mercoledì, dicembre 28, 2005

"Amico fragile" Fabrizio De Andrè

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi"per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo , "Mi ricordo"
per osservarvi affittare un chilo d'erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigl
isenza rimpiangere la mia credulità;
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voiero molto più curioso di voi.

E poi sospeso tra i vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta"

E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
il mio è un po' di tempo che si chiama Libero
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voidi essere molto più ubriaco di voi.

sabato, dicembre 24, 2005

Scivola via

Mentre aspetto che Peiv si faccia vivo e risponda ai miei messaggi su Msn rileggo i primi post di questo oramai affermatissimo blog.

Esattamente sette mesi dopo rileggo il post del 24 maggio, fantastico... Sto ascoltando proprio la canzone di cui questo tratta, la fantastica Christmas with the yours, adesso, dal radio blog. Oggi è la vigilia di Natale, che aria che c'è in giro, quasi magica. Fa molto freddo qui a Treviglio, eppure ricordo DAVVERO come se fosse ieri quando è stato scritto: faceva tanto caldo, il Peiv non se la passava tanto bene, tutte le volte che uscivamo in macchina non mancavamo di cantare a squarciagola...

E' davvero passato tutto questo tempo?
Mi sembra di parlare come i vecchi, eppure è la sensazione più viva e presente di quest'ultimo periodo.
Non le ragazze, non la scuola, né gli amici o la famiglia,c'è solo questa sensazione che il tempo mi stia scivolando dalle mani e sembra continui ad accelerare.

Mi sembra ieri che c'era davvero troppa afa per poter uscire e muoversi...

Mi sembra ieri che siamo partiti per andare a Ponte di Legno da Jish...

Mi sembra ieri che il Batta ci ha fatto girare "Arbitro"...

Mi sembra ieri che era il comple del Pave, poi il mio, poi del Batta, poi di Andre, di Ivo, del Betta, tra un po' è quello di Zic..!

Mi sembra ieri la sera della MegaFesta al castello di Brignano...

Mi sembra ieri che studiavo per gli esami di luglio...

Mi sembra ieri che eravamo nel pieno dell'estate...

Mi sembra ieri un po' tutto...

Vi ringrazio tutti, amici miei, perché mi avete regalato un anno magnifico, spero di avere allietato un po' il vostro, e che quello a venire sia ancora migliore;
auguro un buon Natale, a voi e ai vostri cari.

Luis

P.S. Appuntamento a stasera!

domenica, dicembre 18, 2005

Memoria olfattiva

Non ricordo dove ho letto, tempo fa, che la nostra mente ricorda gli odori in modo eccezionale, li archivia e ci da la facoltà di riconoscerli, riportandoci indietro e facendoceli riassociare al primo "incontro", alla prima esperienza.
Ebbene, proprio l'altro giorno, mentre sistemavo la tracolla del mio basso cercando di incollarci sopra una coccinella di LEGNO con una colla per PLASTICA, ho sentito, aprendola un odore familiare.
Era quello del Crystall Ball, mi piaceva moltissimo il suo odore da piccolo, me lo ricordo perfettamente (era quel gioco con cui si facevano delle bolle colorate soffiando).

Ricordo altrettanto bene il profumo del lucidalabbra della mia prima ragazza al liceo e anche quello del suo deodorante, quando giro per strada e sento il medesimo provenire da qualche persona la mia mente si fionda nel passato e li riassocia subito a lei.

Per non parlare del mio amore per l'odore della benzina, già quando il piccolo Peiv seduto sul sedile posteriore della macchina ferma al distributore restava estasiato da quell'odore mentre l'omino con la tuta gialla e rossa metteva quel coso in un buco della macchina ( poi mio padre dava a lui dei pezzi di carta che teneva nel portafoglio, come quelli del monopoli).

Potrei continuare, ma ,ditemi, voi che ricordi olfattivi avete?

sabato, dicembre 17, 2005

Smettere di fumare

Un bel dì ti rendi conto che è stata la tua più grande fortuna essere stato costretto a smettere, perchè orami ti creava una fottuta dipendenza, tu ne eri schiavo, vittima, succube.
Te l'hanno imposto, ti hanno aiutato, tu non capivi, tu rivolevi i tuoi cilindretti catramosi che ti davano un'effimera parvenza di quiete e ti facevano sentire meglio davanti alle improbità della vita.
Ebbene l'astensione forzata, i momenti di crisi e l'aiuto delle persone che chiami Amici alla fine sono serviti, sei libero, lo vedo da come ti muovi che stai meglio; lo vedo dai tuoi occhi, prima erano come offuscati da un sottile strato di paraffina, ora sono nudi, veri, sereni.
E allora torni a buttare palate di ossigeno puro nei tuoi polmoni, senti l'aria gelida dell'inverno che ti va giù passando per la gola e ti da quella sensazione di freschezza, di benessere, di vitalità.

Finalmente respiri a pieni polmoni.

E' come il sapore di un bicchiere d'acqua quando sei assetato.
E' come un bagno caldo quando sei stremato.
E' come un tuo bacio appena ti svegli la mattina.
E' come volare.

martedì, dicembre 13, 2005

Gioco di parole, edizione I

Prendo spunto dal nickname del Peiv in Messenger per lanciare la sfida qui proposta, spero la prima di una lunghissima serie.
A me e al PJP piacciono molto i giochi di parole.

Infatti ecco cosa ha scritto:
"mi rode che rido di rado che ti roda che non mi roda che ti rada di rado"

Come potete vedere ben 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, ben sette parole in r-d di cui 4 con significati diversi.
Un colpo da campione, non a caso è il boss...

Io mi sono cimentato un po' ed ecco cosa ho tirato fuori:
"di rado io mi rodo se tu ridi in modo rude del fatto che mi rado"

Solo 5 parole in r-d ma tutte con significato diverso, ottimo direi...

Ora avete capito il gioco, amici melodies, fatevi sotto, vediamo chi è capace di rispondere, il più originale vincerà una cassa di cioccolato Wonka e un camion di zucchero filato!

Venghino, sijòri, venghino!!!

giovedì, dicembre 08, 2005

Rock! Rock! Till you drop!

Questa sera il mondo della musica mi ha regalato un'altra fottutissima ragione per essere a questo ingrato mondo e voglio condividerla con voi. Essa non è niente meno che il seguente video in esclusiva solo per il melody:
JOHN LENNON & ERIC CLAPTON & KEITH RICHARDS & MITCH MITCHEL che suonano una verisone inedita dell'indimenticabile canzone "Yer Blues"....e voi vi direte: cazzo che fottuto capolavoro della provvidenza musicale trovare questi mostri insieme; ma non è tutto poichè tutto ciò è preceduto da una conversazione tra Mr.John e chi altri se non MICK JAGGER.
Porca troia questa si che è musica per il melody; magari qualcuno preferirà sentire i canti dei chierichetti in chiesa (l'indimenticabile buon cristiano marco insegna), noi tutti invece preferiamo fare queste esperienze psichedeliche che vanno al di là della comprensione religiosa...
See you all in valhalla guys and, Def Leppard teaches: Rock!Rock! Till you drop!

Ragioni per cui mai andrò a vedere Harry Fotter!!!

Ultimamente, sempre più spesso, svariati miei amici e compagni di avventure psichedeliche mi hanno chiesto se mi sarei unito a loro nella visione del 4° capitolo della saga di Harry Fotter.....

Io ovviamente ho risposto negativamente e, dato che credo di non aver mai rifiutato in vita mia un invito al cinema, spiegherò qui al Melody le mie ragioni.....

Innanzitutto non ho mai letto un libro della serie, ne ho intenzione di farlo nell'immediato futuro, inoltre ho dovuto smettere di vedere il primo capitolo cinematografico dopo mezz'ora poichè ne avevo pieni i coglioni!!!

Poi ci sarebbe da dire che non ho mai visto un film dove tutti i protagonisti mi stanno sul cazzo in una maniera indicibile.....
A partire dal mastro Fotter che reputo un gran coglione paraculo di primissima scelta, spacciato per eterno bambino sul suo passaporto falsato, mentre è vecchio più di una carcassa in decomposizione...possa marcire nella merda!!!
Poi c'è il suo amicone "Rot" o come cazzo si chiama, un altra faccia da pirla, convinto e fiero di esserlo, adesso pure con il nuovo look da segaiolo spantega-letame.....
Per non parlare del "Mignottone", mignotta che non fa nè pompe nè rasponi (o cosi almeno dice l'ottimo Paolo Chiavator), e quindi mi chiedo quale cazzo sia il suo ruolo li dentro....ecchecazzo!!!
Poi ce ne sono altri meno degni di nota ma ugualmente antipatici, tipo il Grattachecche con i capelli gialli, e il suo amico Trippone, cosi come la Maga di stocazzo e via dicendo.......

Aggiungo che arrivati al quarto capitolo cinematografico e al 340° libro della serie, i produttori potrebbero anche smettere di spillare soldi con prodotti ormai "seriali".......se siete preoccupati per gli studi dei "di loro" figli vi posso dire che tutti li dentro hanno già guadagnato abbastanza.........non hanno più bisogno di nulla!!!

Preoccupiamoci un po' di noi stessi adesso!!!

Supportiamo la vera arte, godiamo di essa, non facciamola morire, basta con le stronzate fatte solo da chi ha in mente il denaro alla faccia di tutti noi!

Detto questo.......buon film a tutti voi.

venerdì, dicembre 02, 2005

Venti giorni di sole

Era dunque arrivato il giorno della partenza, me ne rendevo conto solo in quel momento, mentre con la sacca sulle spalle m’incamminavo al punto del ritrovo.
Il caldo e l’afa non si ponevano remore dal palesarsi in tutta la loro fastidiosa puntualità, ero il primo ad arrivare. Inspiravo lentamente ed assaporavo gli ultimi attimi di quell’aria a me familiare con un piacere particolare, come l’ultimo respiro prima di immergersi.
Ero sprofondato nel dolce tepore delle inutili e banali chiacchiere con la prima compagna di viaggio ad avermi raggiunto, quando giunse e si fermò, destando la mia attenzione, un grande fuoristrada, dal quale discese un uomo distinto, sui quarantanni con una certa autorità, e lei.
Occhiali da sole neri con grandi lenti rettangolari le si posavano elegantemente sul volto, era quello il primo raggio di sole che, attraverso la rifrazione di quel vetro scuro, mi colpiva veramente.
Giunti il furgone nove posti, e gli altri tre membri della crew, il viaggio vedeva così il suo inizio ufficiale, avremmo passato venti giorni girando per quelle colline verdi, rigonfie di uva e nocciole, dormendo in un ostello rustico ma ospitale.
Osservavo, come mio solito, quella persona a me aliena, che mi incuriosiva in maniera rara, annusavo la sua timidezza nel mostrare la sua reale essenza a quella nuova compagnia, succhiavo le sue espressioni e me le stampavo in mente, iniziavo il processo di conoscenza, a modo mio, la stavo studiando.
Lunghi capelli, di un biondo leggermente imbrunito, le nuotavano fin sulle spalle, l’aria che s’insinuava dal finestrino li faceva sembrare una bandiera in balia del vento, io sedevo dietro di lei, sul furgone, e, quasi inevitabilmente, sentivo il bisogno di sfiorare quei fili di seta. La luce che più caratterizzava quel sole era una vitalità senza pari, unita ad una freschezza straordinaria che la rendevano ai miei occhi un’isola di serenità. I suoi occhi azzurri meravigliosamente lucenti erano circondati da due corone di ciglia lunghissime, quell’immagine, solo apparentemente algida, si contrapponeva al calore emanato incessantemente dal suo incantevole sorriso.
Le giravo intorno, assottigliando spontaneamente le spire, come attirato da una strana forza centripeta, ero la pallina della roulette che si avvicinava alla sua ineluttabile destinazione con una sana dose di coscienza incosciente.

(Ho sempre avuto nella mia vita intuizioni, è una cosa difficile da spiegare, ma ci sono giorni in cui sono totalmente convinto che l’esito delle mie elucubrazioni mentali rispecchi la realtà, in quei casi il mio sesto senso mi avverte di cose che sono successe o che mi stanno per succedere, niente che abbia a che fare con magia o premunizioni, è solo che certe cose le sento, come l’odore della pioggia).

I giorni si susseguivano ordinati e ipnotici, come i vagoni di un treno, l’allegria e la fatica si univano in un sublime aggregato agrodolce che mi nutriva e carezzava lo spirito, mi sentivo al di fuori dal tempo, estraneo alla mia quotidianità, suggestionato da quella parvenza di distacco dal mio io.
Stava arrivando il mio vagone, ero pronto a salirci, non conoscevo la destinazione, ma sapevo che mi invitava a salire, era lì per me!
Ed infatti una delle ultime notti, mentre la strada ci seduceva con le sue sinuose rotondità, ed il vino nel mio corpo mi donava sorridente uno stato di elevazione che mi separava dalla realtà, sentii forte il bisogno di carezzare i raggi di quel sole, quei capelli dorati che placavano la sete dei miei sensi. La mie due dita , dolci e sapide, voluttuose e circospette, già lambivano la sua nuca, danzavano tra i sui capelli, sfioravano ansimanti la sua pelle morbida e sensuale, giocavano fiere, attente ed elettrizzate. Ero completamente assorto da quella sorta di danza rituale, come se tutto il mio essere fosse concentrato sui miei polpastrelli. E proprio mentre la mia mente vagava e le mie dita avevano imparato ormai a danzare autonomamente, un brivido deciso e potente mi attraversò tutta la schiena, un contatto, non subito ben identificato, aveva turbato la ciclica ritualità dei miei gesti, qualcosa di caldo, morbido, liscio stava muovendosi tra le mie falangi, la danza non era più un assolo, ora le sue dita avevano raggiunto le mie. Era un intreccio languido, seducente ed emozionante, pochi centimetri quadrati di pelle che si sfioravano armoniosamente mi donavano sensazioni intense, meravigliose, mi sentivo colpito da un forte calore che mi donava al contempo trepidazione e un forte senso di serenità.
Volavo spensierato, come Icaro, sempre più in alto, le mie ali però al contatto con quel sole non si scioglievano, ma ne traevano giovamento, ne assorbivano energia.
La luce di quei raggi rasserenava la penombra che da un po’ di tempo rendeva la mia vita incerta, irresoluta ed aleatoria, mi sentivo come un bambino, uscito dall’utero di una condizione costrittiva per approdare ad una nuova isola di libertà, ad una nuova coscienza, un nuovo sorriso.
Sorridevo, come chi sa che la vita è un sogno naufragato in un mare di parole, volavo leggero in un’estasi di luminosità seducente, portavo la mia barca oltre le colonne d’Ercole sospinto dallo splendore di un’iridescenza inaspettata.
Sentivo quello sfolgorio penetrami, un lampo di purezza aveva illuminato il mio sentiero, una sensazione meravigliosa mi adornava come un’aurora boreale , la strada davanti a me si presentava impervia ma ricca di splendide ed indimenticabili giornate di sole, un sole caldo, sontuoso ed ammaliante.

PJP©

Liberateli

Subito.

Come potete dormire sonni tranquilli, coscienti d'aver rapito coloro che i sonni tranquilli li hanno regalati? Ricordo il mio naso ancora non gobbo, le mie guance un po' paffute, i miei capelli ridicoli e il sorriso sulla faccia ... quei pomeriggi ad aspettare dei pupazzetti colorati, insieme a Roberto (si chiamava così?) e quell'altra ... quei pomeriggi che mi regalavano così tanta gioia e perdizione. E ora sono in balia di luride mani, luride coscienze.
Come potete dormire sonni tranquilli, o pezzi di merda?

Non si gioca con i sentimenti. Soprattutto con quelli dei bambini.

giovedì, dicembre 01, 2005

Onore che ti pervade tutto

Con incredibil gioia e cotanta emozione, è finalmente mia possibilità porre umili parole in questo regno di auliche espressioni.

Mai sufficienti saranno i miei ringraziamenti, mai abbastanza i gradi di inclinazione della mia schiena nell'inchino che farò.

Che voi siate benedetti. Ops, ho detto un'eresia con questo, nevvero :)?


Baci e abbracci, tesorucci.