31 dicembre 2005, il "giorno della verità".
Dopo una corta notte sveglia alla luce del sole che si riflette sul bianco della neve. L'entusiasmo è palpabile e anche lo stesso Demetrio sembra di buon umore nonostante qualcuno giuri di aver sentito il Niso e Ale minacciarlo di morte nel caso si riproponesse una situazione simile a quella della sera appena passata. Un evento nella nostra camera: fulgida dimostrazione di tamarraggine alle nove del mattino quando il Tòrmena decide di indossare il suo fantastico cappello rosso, sebbene la temperatura sia elevata e il sole non sia così forte, almeno non tanto da accecare noi festeggianti.
Dario e Ale più compagni si accingono a "fabbricare" una pizza, solo dopo si scoprirà che ha la densità del granito e la consistenza dell'ebano.
Intanto la pazzia comincia a imperversare.
Sempre più gente si accalca nella palestrina a giocare e calciare con violenza i grossi e gommosi palloni gialli.
Tormena rischia più volte gli occhiali, il Pave quasi si lussa una spalla, io vengo punito per la mia incapacità di giocare a schiaccia-cinque. Anche il cameraman ufficiale non disdegna pallonate e fine umorismo, prima che qualche pallonata non lo faccia scappare per preservare il suo mezzo.
Intanto il pranzo è servito, la chitarra è la donna più maneggiata e la polistéscion ha quasi finito di attirarci come le sirene coi navigatori.
Scatta il mega tormentone, il Demi, più in forma che mai, prende il la e per ore non si stanca di cantare a squarciagola e pizzicando in malo modo le corde della chitarra (del menestrello legittimo proprietario Tiba) continua a fraseggiare: "... e tu signorita? Como te chiama?". Mille le risposte a questa domanda, tipo: "Carmencita!", e lui: "Oh, Carmencita, una notte con te es micidiale, nananananà!".
Tra un brlbrlbrl e un altro, fra una risata e l'altra, ecco giungere l'ora di cena, quando erano oramai giunti e ambientati due nuovi inquilini, Oscar e Matteo.
Presto cominciano anche a girare gli alcoolici, e l'atmosfera si riscalda ancor di più. Uilli tra una comparsa e l'altra continua a ricevere applausi e saluti dal pubblico in visibilio per le sue potenti prestazioni.
Christmas with the yours (EELST) è la canzone più gettonata, sembra coinvolgere tutti (o quasi, amooooove!), tutti si affannano a leggere il testo sulla lavagna per potersi unire al coro.
Solo il Tormena continua a sbagliare la pronunzia ancora all'ennesima esibizione.
Parapiglia, scatta il gioco della... no, scatta la perla, il PREGIO laser del crasto cavallo fotonico (Niso & Co. © 2006), il gioco di carte che più gioco non si può. Insulti. L'ennesima trovata dell'uomo di fine anno, mister P. J. Peiv.
Nessuno ha risparmiato nessuno.
Pezzo di merda, bifolco, leccaculo, cazzo-moscio, roito del cazzo... Non esiste insulto che non sia stato usato.
Non credo di aver mai riso tanto.
Ora l'alcool ha preso il sopravvento, Ale urla come un'ossesso\a, il Pacca si crede un supereroe, il Demi non ci sta più dentro (se possibile), Viola Nteplacido (alias Groria) tra una canzone degli Slipknot e l'altra si diverte a immaginare come sarebbe bruciare qualche cosa. Dario è un bel ragazzo ma è pazzo.
Conto alla rovescia.
Anno nuovo. Istruzioni per devastare cose persone e animali, questo è quello che siamo diventati. Basta guardarci per capire perché il mondo è così bello e divertente. Volano neve e bicchieri dappertutto, Tormena infilzato nel ghiaccio rischia l'asfissia, Amove quasi spacca un labbro al Pave, che presto si vendicherà...
Tutti fanno tutto, Ale prepara il miscuglio più mischiotto che ci sia. Lo bevono tutti, e il Peiv ha l'ottima idea di rovinarlo aggiungendovi cenere e olio prima di farlo bere alla Caterina, che però non disdegna e trangugia la melassa.
Ancora Christmas with the yours, ancora insulti, ancora Demi, ancora fuoco (Gloria...), ancora alcool, ancora casino, ancora botti, ancora gente che non ci sta più dentro. Pave fuma le sigarette anche se sono spente o al contrario e non ascolta chi cerca di farglielo notare. Quasi si sfiora la rissa.
Io ripeto. Non so se mi sono mai divertito tanto.
Si tira tardi, stratardi. Si va a letto solo dopo aver deciso come riparare la porta che il Demi in preda alla follia ha piantato nel muro.
Io e il Peiv svegliamo tutti nella stanza, per primo Flore, sul cui chiulo ci sdraiamo per tirare scema Caterina.
Sbrisa (alias Matteo) vuole dormire, ma io e il mio amico, entrambi ancora vestiti, ne abbiamo ancora:
"Pave, ma che ore saranno?"
"Luis, saranno le 23, 23.30..."
"No Pave, sono le 6".
"Beh, allora andiamo a letto".